SALIERI - Europa Riconosciuta

SALIERI - Europa Riconosciuta

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SALIERI - Europa Riconosciuta

Damrau, Rancatore, Kuhmeier, Barcellona, Sabbatini; Muti

Nel 1778 Europa riconosciuta di Antonio Salieri divenne la prima opera ad essere rappresentata al teatro milanese più tardi conosciuto come Teatro alla Scala. Nonostante questo onore, Europa riconosciuta cadde subito nell'abbandono e rimase inrappresentazione per 226 anni fino al 2004, quando Riccardo Muti, allora direttore musicale della Scala, la scelse per riaprire il leggendario teatro dopo tre anni di lavori di ristrutturazione.

Racconta la storia della principessa Europa, che fa naufragio con suo marito Asterio, re di Creta, sulla costa della sua nativa Tiro. È tornata lì per poter reclamare il trono da sua cugina Semele. Alla Scala, Europa è stata cantata dal soprano Diana Damrau, apparsa in numerose registrazioni e DVD di Erato. Si tratta di un ruolo straordinariamente virtuosistico che si erge addirittura più in alto di quello della Regina della Notte nel Die Zauberflöte di Mozart – il ruolo caratteristico di Damrau all’epoca in cui è stata effettuata questa registrazione. "Amo Salieri", ha detto. "Era un uomo importante e un'autorità musicale a Vienna, un insegnante ed erede di Gluck come compositore d'opera di successo. E, come, Mozart era un drammaturgo in musica. Europa Riconosciuta è magistrale nella sua costruzione e si edifica passo dopo passo. È un thriller!” Ulteriori emozioni vocali sono state fornite da un altro radioso soprano di coloratura Désirée Rancatore, da altri due italiani – l'eroico mezzosoprano Daniela Barcellona e l'elegante tenore lirico Giuseppe Sabbatini – e dal soprano austriaco dalla voce cremosa Genia Kühmeier.

La spettacolare produzione di ispirazione classica è stata creata da due grandi figure del teatro italiano, il regista Luca Ronconi (scomparso nel 2015) e lo scenografo Pier Luigi Pizzi. Ha messo in mostra le nuove strutture tecniche della Scala con effetti impressionanti, arrivando a 25 rapidi cambi di scena nel corso di due ore dell’opera.