VIVALDI - Arie per soprano da opere [it]
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VIVALDI - Arie per soprano da opere • Testo italiano

A cura di Azio Corghi

La presente raccolta è frutto di una scelta operata nei manoscritti conservati presso la Biblioteca Nazionale di Torino. Scelta eterogenea che alla melodia semplice, cantabile, quasi popolareggiante contrappone una linea vocale più complessa non priva di influenze strumentali; all'aria di carattere fortemente drammatico accosta quella brillante, estrosa e fantasiosa, piena di virtuosismi canori. E questo nel tentativo di cogliere i molteplici aspetti del Vivaldi operista: ad una analisi attenta appare evidente la perfetta conoscenza della scrittura vocale e degli effetti che si possono richiedere alla voce in senso drammatico. Lo stanno a dimostrare le frequenti ripetizioni di proposizioni musicali intese a sottolineare con maggiore efficacia il testo; l'arditezza di certi intervalli melodici in parte giustificata dalla nepuntistico delle parti; la necessità espressiva e le insolite successioni di accordi dovute al procedere contrap del cromatismo «...per esprimere di più e meglio» contrastante il ritorno di lontani echi modali; l'impiego di scale minori di forma diversa sovrapposte che determinano curiosi incontri dissonanti e infine il parti colare uso delle colorite «seste napoletane». Tuttavia questi procedimenti compositivi non vengono adottati unicamente se guendo l'estetica del tempo per cui, secondo il Du Bos, si possono imitare «il tono, gli accenti, i sospiri, le inflessioni della voce e infine tutti quei suoni di cui si vale la natura per esprimere i suoi sentimenti e le sue passioni», ma pure consentono a Vivaldi di difendere ed esaltare l'autonomia dei valori musicali. Si può dire pertanto che, attualmente, col graduale procedere verso una maggior cono scenza della produzione vocale vivaldiana, diventa sempre più possibile e dovero so non limitare l'abilità e la sapienza del compositore al solo campo della musica strumentale. Per quanto riguarda la riduzione per pianoforte della partitura d'orchestra, si è cercato in linea di massima di riportare integralmente le linee strumentali; le poche aggiunte sono quelle suggerite dai numeri del basso continuo. I segni e le alterazioni posti tra parentesi non sono originali ma puramente indicativi e lasciano adito a soluzioni diverse. In alcuni casi sono state segnate alterazioni di precauzione onde evitare errate interpretazioni dovute soprattutto al tradizionale «senso della tonalità».
Contenuti: Guarda in quest'occhi e senti (Ottone in villa) - Col piacer della mia fede (Arsilda regina di Ponto) - Io son quel gelsomino (Arsilda regina di Ponto) - Ben conosco a poco a poco (Arsilda regina di Ponto) - La pena amara (La verit in cimento) - Vedrò con mio diletto (Il giustino) - Senza l'amato ben (Il giustino) - Squarciami pure il seno (Il tigrane) - Se lascio d'adorare (Il tigrane) - Da quel ferro che ha svenato (Il farnace) - Quel tuo ciglio languidetto (Il farnace) - Vorresti, il so, amor tiranno (L'ateneide) - Sposa son disprezzata (Bajazet) - Agitata da due venti (La Griselda)