BENTINI / MIOLI (CUR.) -  Gioachino in Bologna

BENTINI / MIOLI (CUR.) - Gioachino in Bologna

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JADRANKA BENTINI / PIERO MIOLI (CUR.) - Gioachino in Bologna • Mezzo secolo di società e cultura cittadina convissuto con Rossini e la sua musica.

Il volume, in cui sono raccolti oltre venti saggi, delinea il quadro, assai sfaccettato, di Gioachino Rossini entro la cornice della sua seconda patria, Bologna. È il racconto non solo del Rossini artista ma soprattutto del Rossini uomo di mondo, ricco, osannato, personaggio cosmopolita conteso nei salotti della nobiltà felsinea.

Un'ampia documentazione ricostruisce le diverse fasi del rapporto tra il compositore pesarese e la città turrita e offre la possibilità di capire la società del tempo: musica e musicisti, letteratura e scrittori, scenografia e pittori, editoria e scuola, ma anche i circoli, i caffè e le osterie.

Con testi di: Nicoletta Barberini Mengoli, Marco Beghelli, Silvia Benati, Ivano Bettin, Gabriele Bonazzi, Annalisa Bottacin, Marina Calore, Andrea Campana, Claudia Collina, Maria Domenica D'Elia, Andrea Emiliani, Mirtide Gavelli, Guido Giannuzzi, Ilde Illuminati, Giuseppina La Face Bianconi, Massimo Marino, Maria Chiara Mazzi, Piero Mioli, Elena Musiani, Adriano Orlandini, Pantaleo Palmieri, Daniele Pascale Guidotti Magnani, Giancarlo Roversi, Daniele Tonini, Annarosa Vannoni, Giampaolo Venturi, Luigi Verdi.

Quel prisma di città: con il suo 150" da ricordare, Rossini (1792-1868) è stato un nobilissimo pretesto per conoscere meglio Bologna, i settori della sua storia e cultura, le facce laterali del suo bel centro turrito. Per quanto a volte intermittente con Napoli e Parigi, la presenza di Giocchino in carne e ossa coincise con la prima metà dell'Ottocento, un periodo di ancien régime stretto fra l'avventura napoleonica e l'avventura risorgimentale e proprio per questo spesso ritenuto d'attesa, di calma, di silenzio. Con ciò, non c'eran poeti e pittori? Non passavano visitatori stranieri? Non si rappresentavano commedie e melodrammi? Non si conversava nei circoli, nei salotti, nei caffè? E, soprattutto, non si insegnava e imparava nel primo istituto musicale autenticamente pubblico della penisola? Al Liceo Filarmonico Rossini fu prima studente, non ineccepibile invero, e poi consulente, all'uopo finalmente illuminato e benefico. Del maestro e della scuola tratta a lungo il libro, mentre tratta anche di lettere e arti, di cronaca e società, di musicisti e figure superiori come Haydn, Stendhal, Leopardi, Bacchelli e Verdi (di cui si pubblica una lettera inedita). Insomma, se in questo esigente anno rossiniano che ha visto lavorare diverse piazze d'Italia, ciascuna per conto suo, Bologna per davvero s'è desta, bisogna proprio riconoscere che dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa solo grazie al suo bravo Conservatorio.
Copertina flessibile, 420 pagine