Calisto - Maria Bayo Giove - Marcello Lippi Mercurio - Hans Peter Kammerer Endimione - Graham Pushee Diana - Louise Winter Linfea - Alexander Oliver Satirino - Dominique Visse Giunone - Sonia Theodoridou Furia - Robin Tyson
RENÉ JACOBS
Il cofanetto Include un documentario sulla produzione del 1996.
LUISELLA FRANCHINI / VALERIO LOPANE - Il mio pensiero per te • La vita e l’arte di Ettore Bastianini nelle Lettere a Manuela Bianchi Porro
Viene per la prima volta pubblicata nella sua integralità la corrispondenza fra Ettore Bastianini e Manuela Bianchi Porro, da lei donata alla Biblioteca Musicale Gaetano Donizetti di Bergamo. Mutuando il titolo d’un film di Michelangelo Antonioni, quella che da tal carteggio sortisce è realmente La cronaca di un amore.
«Mettimi come sigillo sul tuo cuore come sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l'amore, tenace come il fuoco la passione, [...] le grandi acque non possono spegnere l'amore, né i grandi fiumi travolgerlo» (Cantico dei cantici 2, 8 ss.). Crediamo sia questo il significato, per Manuela Bianchi Porro, dell'aver conservato la sua corrispondenza con Ettore Bastianini, dell'averla posta a futura memoria in una biblioteca, di averne consentito ora una pubblicazione giustamente priva d'ogni omissis.
da Cronaca di un amore di Maurizio Modugno
“Sento tanto questa lontananza che ci separa, ti penso sempre e penso che un giorno sarai a me vicina sempre. La irrequietezza di Bastianini sei solo tu riuscita (quasi) a domarla.” Ettore Bastianini.
"La sua voce generosa, prorompente, sgorgava con naturalezza e con la voce, senza bisogno del gesto, esprimeva tutto il senso del melodramma. Voce di baritono profondo che andava verso il basso, con ricchezze timbriche uniche, dava un piacere fisico all'ascolto. Nella sua linea di canto non c'era sbavatura o errore stilistico; aveva toni gravi, con dentro armonici così ricchi, che sembrava la tastiera d'un organo." Leyla Gencer
L'allegro il pensieroso ed il moderato, Il Re pstore, Le nozze di Figaro, Die Zauberflöte, Il Barbiere di Siviglia, Les Huguenots, Don Pasquale, Alessandro Stradella, Martha, Un ballo in maschera, Mignon, Dinorah, Frühlingsstimmen-Walzer
Donizetti - La Fille Du Regiment (The Daughter Of The Regiment) Sung In English
Marie - Beverly Sills Tonio - William McDonald Sulplice - Spiro Malas La Maquise - Muriel Costa-Greenspon Hortensius - Stanley Wexler Caporale - Raeder Anderson La Duchesse - Evelyn Freyman
Wolf Trap Festival
Charles Wendelken Wilson
118 minutes, color
***
"At the center, of course, is Miss Sills, in supremely confident form, vocally and histrionically... (Her) zest and vivacity prove infectious with the other performers and the entire audience." (New York Times)
"In a brief interview, Sills describes Daughter of the Regiment as “a silly little story, one long episode of Lucille Ball. I play [Marie] as Lucille Ball with high notes.” That may tell you what to expect here. Except for one or two unavoidably poignant moments, the opera is milked for laughs. The characters ham it up shamelessly the acting is often cartoonish–an effect emphasized by the flat, painted sets and the colorful costumes. Sourpuss that I am, I would prefer the comedy to be less broad; but maybe it didn’t seem so overdone in the theater. The characters’ heavy makeup and exaggerated facial expressions need also to be seen at a greater distance.
The performance is in English, a great advantage in the spoken dialog, but the level of clarity is remarkable even in the sung passages. The supporting players act well, especially Costa-Greenspon, who has the vocal strength to back up her more frenzied effusions. Malas made something of a specialty of Sulpice (he recorded it for Decca with Sutherland and Pavarotti and sang a couple of performances at the Met), and he moves comfortably on stage. McDonald is a stiffer actor, though amiable enough. His voice is bright and keenly focussed, with the timbre we associate with the typical Irish tenor. He sings his high Cs without breaking a sweat, articulating the words cleanly even in the stratosphere. He lacks something in tonal variety and strength, sounding too feeble in the final scene when the regiment rushes in to rescue Mane.
The heroine herself is sometimes fluttery and pallid, but the trills are wonderful, the coloratura is dazzling, the high notes are in place, and the acting is enthusiastic. I can imagine better orchestral playing and more dynamic conducting, but you won’t notice all that much: it’s the singers’ show, and everyone is having a great time.
The sound is not perfect. The voices are recorded at too low a level; when you boost the volume to bring them closer, the thumping stage noises become deafening. No subtitles–you probably won’t miss them." (Ralph V. Lucano, American Record Guide)
MARIA FAUSTA GALLAMINI - Il cielo nella voce • Crisi e riscatto di una cantante lirica
Un libro illuminante, perché l’artista porta coraggiosamente in primo piano la crisi di anni difficili, dolorosi e ne scopre le ragioni.
Un libro utile, perché fa tesoro dei Quaderni, dove la cantante ha trascritto quotidianamente gli appunti di ogni lezione americana, e trasmette metodo e progressi del suo lungo, paziente, duro lavoro per ricostruire la sua tecnica vocale.
Un libro bello, perché l’autrice ha la spontaneità della sua voce, e sa raccontare con sensibilità prensile e schiva, articolando con misura le diverse fasi.
Un sicario prezzolato e un buffone di corte, vittima di una maledizione, avanzano nella notte, confabulando attorno a un omicidio e a una vendetta che si ritorcerà contro chi l’ha voluta. Una principessa tenuta in schiavitù sceglie di morire sepolta viva pur di non abbandonare il suo amato, condannato a morte da un potere feroce. Una cortigiana incontra l’amore, si sacrifica rinunciandovi e muore di tisi, trasfigurandosi in un angelo. Vicende, personaggi e luoghi resi immortali dalla musica di un compositore che, ancora bambino, vide un fulmine colpire la chiesa del prete contro cui aveva imprecato per un torto subito e che, anche per quell’episodio, pose il tema della forza del destino al centro del suo teatro. Il suo nome era Giuseppe Verdi.
Paolo Gallarati ci conduce alla scoperta della vita e delle opere di Verdi, intrecciando per la prima volta l’una con le altre, indissolubilmente. La sua è un’appassionante narrazione assieme biografica e storica, che segue l’evoluzione del compositore da giovane talento a grande maestro, alternandola a letture attente e avvincenti di ogni sua opera, atto per atto, scena per scena. Da Nabucco a Macbeth, da Rigoletto alla Traviata fino ad Aida e agli ultimi lavori di ispirazione shakespeariana, Gallarati ricostruisce il percorso profondamente innovativo di un genio che, nel rifiuto di ogni convenzione, nella ricerca stilistica e teatrale ha sempre seguito unicamente la propria ispirazione.
Verdi è un libro dalla doppia anima, scritto per chi vuole avvicinarsi all’opera di uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi come per chi sente il bisogno di approfondire la propria conoscenza insieme a un musicologo quale Gallarati. Un racconto limpido e coinvolgente, un volume dalle cui pagine emerge luminosa la grandezza di un personaggio unico, ispirato, nell’arte e nella quotidianità, da un lucido realismo.
«L’artista deve scrutar nel futuro, veder nel caos nuovi mondi.» Giuseppe Verdi
Le opere e la vita di Giuseppe Verdi, rinnovatore instancabile e personalità dirompente.
Sono disponibili i seguenti titoli della serie L'opera italiana editi da Il Saggiatore:
PAOLO GALLARATI - Verdi ritrovato • Rigoletto, Il trovatore, La traviata
Rigoletto, Il trovatore e La traviata sono le opere di Verdi più eseguite e amate dal pubblico: la loro modernità appare intramontabile. Ma sono anche state le più soggette ai rovesci della fortuna critica. Negli ultimi quarant’anni la ricezione del teatro verdiano si è trasformata: sono cambiate le modalità esecutive, il gusto della recitazione e degli allestimenti scenici, i criteri editoriali, le preferenze del pubblico. Molti studi hanno gettato nuova luce sulle caratteristiche formali del melodramma di Verdi, sui suoi rapporti con la musica, il teatro, la letteratura, l’arte, la società e la cultura romantica. Sin dall’inizio, una cattiva tradizione esecutiva aveva deformato le sue partiture, con dichiarato disappunto del musicista. Ma lo scrupolo filologico di Toscanini e dei direttori di formazione sinfonica cresciuti nel secondo Novecento – preoccupati sempre più di eseguire, come voleva Verdi, «semplicemente ed esattamente quello che è scritto» – ha contribuito alla riscoperta della sua arte. Verdi ritrovato nasce allora dall’esigenza di una verifica. Paolo Gallarati traccia un profilo storico dell’interpretazione verdiana e descrive il laboratorio in cui l’artista si è procurato gli strumenti stilistici ed estetici che, grazie alla decisiva influenza del teatro di parola parigino, gli sarebbero serviti per comporre la trilogia e rinnovare il melodramma italiano nel senso della sobrietà e della naturalezza evitando enfasi ed esagerazioni, e proibendo di cantare «con troppo accento e troppo melodrammaticamente». Atto per atto, scena per scena, Gallarati mette in rilievo affinità, differenze, caratteristiche di Rigoletto, Il trovatore e La traviata: lo scopo è comprendere la complessità e la varietà dei progetti di Verdi, riscoprire la profondità dei suoi personaggi, cogliere e godere la bellezza delle tre partiture che sconvolsero le attese del pubblico ottocentesco con la novità e l’originalità di soggetti «arditi all’estremo punto», incarnati nella musica con una forza espressiva che pone la trilogia popolare tra i massimi capolavori del teatro di tutti i tempi.
«In Rigoletto, Trovatore e Traviata Verdi realizza la quintessenza del melodramma italiano, ossia la rappresentazione della vita interiore attraverso l'autonomia del tempo musicale, capace di rivelarci, nell'irrealismo del teatro cantato, una realtà più vera di quella reale.»
SARA GAMARRO - Cantare Italiano · Vocalita', prosodia e dizione della lingua dell'Opera
Manuale con metodo pratico di studio, rivolto ai cantanti e maestri di Canto, ai maestri collaboratori e ripassatori, ai compositori, ai direttori di coro e d'orchestra, ai registi e a tutti i musicisti che vogliano comprendere il senso profondo del legato e del fraseggio italiano. Primo manuale scritto in Italia sull'argomento, è frutto di decennale esperienza d'insegnamento specifico della materia da parte dell'autrice, stimata professionista e coach di stelle internazionali dell'Opera lirica.
Un testo che ha come oggetto, oltre che la dizione in sè, vari aspetti della materia: dal potere che la parola, se benedetta, ha sull'animo umano, a quali furono le necessità drammaturgico-musicali del compositore nel richiederla al librettista, alle indissolubili implicazioni di tale bene-dizione con la tecnica vocale lirica, che è prerogativa strutturale dell'italiano e che lo esporta ad in-cantare il pubblico mondiale da 400 anni.