BARENBOIM / SAID - Paralleli e paradossi
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DANIEL BARENBOIM / EDWARD W. SAID - Paralleli e paradossi

Pensieri sulla musica, la politica e la società

Con uno scritto di Claudio Abbado

Anche la più ineffabile delle arti si vena di risonanze politiche quando a parlarne sono un intellettuale di origine palestinese e un figlio della diaspora ebraica. In questo libro, Edward Said e Daniel Barenboim usano la metafora della musica per confrontarsi sul significato civile dell’arte, sul valore formativo dell’ascolto dei grandi compositori, sulle difficoltà dell’interpretazione, sui parallelismi tra arte del suono e arte della parola. Dall’intreccio delle riflessioni prende forma una visione complessa dell’universo sonoro.
Luogo irreale ed effimero che si anima per la breve durata delle note, la musica vive sospesa tra due dimensioni: soggetta alle regole della fisica, costruita su precisi rapporti matematici, è al tempo stesso capace di esprimere sentimenti e ideali con un’intensità che l’immagine e la parola raramente raggiungono. Il tentativo di venire a capo di questo paradosso è l’occasione per riflettere sul significato politico dell’opera di Beethoven, sulla lezione di Furtwängler, sul magistero professionale e umano di Toscanini, sulle difficoltà morali di un direttore d’orchestra ebreo innamorato di Wagner. E proprio la scelta di Barenboim di dirigere le opere wagneriane a Bayreuth, che fu tempio della musica ariana, diventa l’esempio concreto di come l’arte ha il potere di superare odi e divisioni, indicando ai popoli un futuro di convivenza possibile.

«La musica è l'arte dell'immaginario per eccellenza, un'arte libera da tutti i limiti imposti dalle parole, che tocca le profondità dell'esistenza umana, che conisuoi suoni attraversa tutte le frontiere. Come tale la musica può condurre i sentimenti e la fantasia di israeliani e palestinesi verso sfere inimmaginabili.»

Copertina flessibile, 159 pagine