LIBERTI (AMMETTO CUR.) - Il Secondo Libro de Madrigali a cinque voci (1609)

LIBERTI (AMMETTO CUR.) - Il Secondo Libro de Madrigali a cinque voci (1609)

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VINCENZO LIBERTI (FABRIZIO AMMETTO CUR.) - Il Secondo Libro de Madrigali a cinque voci (1609)

Del compositore spoletino Vincenzo Liberti si sa molto poco: rimangono tuttora ignote sia la data di nascita sia quella di morte. Tra il 1598 e il 1600 fu organista nella cattedrale di Spoleto, e nel 1602 venne probabilmente nominato maestro di cappella nella stessa chiesa, succedendo a suo padre Antonino.

Vincenzo Liberti è l’autore di due raccolte a stampa di madrigali (Venezia, Ricciardo Amadino, 1608 e 1609), la seconda delle quali – qui pubblicata per la prima volta in un’edizione critica – venne dedicata a Maffeo Barberini, vescovo di Spoleto dal 1608 al 1617 e futuro papa Urbano VIII (dal 1623).

Le scelte dei testi effettuate da Liberti per il suo Secondo Libro de Madrigali ricadono esclusivamente su due poeti contemporanei, Battista Guarini (Rime, 1598) e Giovan Battista Marino (Rime ii, 1602): di otto testi poetici non si conoscono altre intonazioni musicali oltre a quelle di Liberti (madrigali IV, VI-IX, XIII-XV).

Per ciascuna composizione viene fornita una scheda esplicativa che segnala la derivazione del testo poetico, le eventuali concordanze testuali pubblicate – o redatte – entro il 1609, le edizioni moderne del testo e della musica (qualora esistenti), i repertori, le varianti testuali attestate nella raccolta di Liberti e i passaggi emendati nell’edizione, con particolare attenzione alle alterazioni aggiunte dal curatore, per causa necessitatis o per causa pulchritudinis.

 

 

Il Secondo Libro de Madrigali a cinque voci (1609) di Vincenzo Liberti:

 

  • I. Deh, come invan chiedete (Guarini, Rime, Madrigale xlvii)
  • II. Lasso, perché mi fuggi (Guarini, Rime, Madrigale vii)
  • III. Occhi miei, se quel sole (Marino, Rime ii, Madrigale liv)
  • IV. Mentre io v’adoro e voi m’avete a schivo (Guarini, Rime, Ottava i)
  • V. Occhi, stelle mortali (Guarini, Rime, Madrigale xii)
  • VI. Arsi un tempo, e l’ardore, i parte (Marino, Rime ii, Canzonetta xi)
  • VII. Presa fu l’alma al laccio, ii parte (Marino, Rime ii, Canzonetta xi)
  • VIII. Poiché, donna, è pur vero, iii parte (Marino, Rime ii, Canzonetta xii)
  • IX. Così libero e sciolto, iv parte (Marino, Rime ii, Canzonetta xii)
  • X. Questa vita mortale (Guarini, Rime, Madrigale cxxxii)
  • XI. Ardo non più di sdegno, e nel cor sento (Guarini, Rime, Madrigale cxiii)
  • XII. Troppo ben può questo tiranno Amore (Guarini, Rime, Madrigale cviii)
  • XIII. Ahi, come a un vago sol cortese giro, i parte (Guarini, Rime, Madrigale cx)
  • XIV. Oimè, l’antica fiamma, ii parte (Guarini, Rime, Madrigale cxi)
  • XV. E così, a poco a poco, iii parte (Guarini, Rime, Madrigale cxii)
  • XVI. Madonna, udite come (Guarini, Rime, Madrigale lxii)
  • XVII. Donna, per salutarmi (Guarini, Rime, Madrigale cxv)
  • XVIII. Se gli occhi vostri io miro (Marino, Rime ii, Madrigale lviii)
  • XIX. Udite, amanti, udite (Guarini, Rime, Madrigale lxiii)
  • XX. Io veggio pur pietate, ancor che tardi (Guarini, Rime, Madrigale lxiv)
  • XXI. Arsi già solo, e non sostenni il foco (Guarini, Rime, Madrigale lxv)