PAGANO - Alessandro e Domenico Scarlatti • Due vite in una

PAGANO - Alessandro e Domenico Scarlatti • Due vite in una

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ROBERTO PAGANO - Alessandro e Domenico Scarlatti • Due vite in una

Quarant’anni or sono, scrivendo la biografia di Alessandro Scarlatti mi trovai a mettere in luce certe caratteristiche del personaggio che offuscano l’aureola del santone posto al vertice di quella galleria di miti che è la controversa Scuola Napoletana. È sempre rischioso nuotare controcorrente nei fiumi della tradizione: i pochi appunti mossi a quella mia fatica da recensori generosi e illustri riguardarono per lo più il suggerito ridimensionamento dell’immagine di un boss che evidentemente tutti avrebbero voluto continuare a figurarsi simile ad una sorta di barbutissimo Dio-padre, perennemente intento ad irradiare benefica influenza su famigliari e discepoli. […] Continuo a credere – e questo libro dovrebbe finalmente chiarirlo – che tutti gli elementi di quella biografia contribuiscono a fare luce sulla fragilità dell’uomo: una fragilità radicata in quella Sicilia che so di conoscere meglio di altri, come lo stesso Boyd avrebbe lealmente ammesso quando vide nel mio nuovo libro una felice combinazione di «accurata scientificità» e di «profonda conoscenza della storia e della cultura siciliane», giudicandomi addirittura «senza rivali» nella conoscenza della «psiche» siciliana. […]

«Il risultato della mia ricostruzione ha fatto emergere una complementarità delle biografie di Alessandro e di Domenico che giustifico in parte come conseguenza della soffocante influenza del padre sul figlio. Recentemente ho avuto l'enorme soddisfazione di trovare nuove conferme dell'opprimente autorità esercitata dal padre-padrone sui suoi sudditi nei documenti scoperti nell'Archivio Albani di Villa Imperiali [...]. L'incredibile abbondanza dei riferimenti ai doveri filiali contenuti nella supplica indirizzata da Domenico al Viceré Ascalona per chiedergli di accettare le sue dimissioni dalla Real Cappella di Napoli spoglia da ogni equivoco possibile il rapporto di dipendenza del giovane genio dal padre, mentre il disperato tentativo di cercare nella pace di un monastero il rimedio alle sofferenze patite in famiglia fa uscire dall'anonimato una Cristina Scarlatti disposta a preferire la cella di un convento ai saloni di un «qualsivoglia palazzo del mondo», perché oppressa dall'imposizione domestica di quel soffocante 'manto della virtù' chiamato da Scarlatti senior a esorcizzare il ricordo della 'Scarlati' e delle sue prodezze extramusicali [...]. Quarant'anni or sono, scrivendo la biografia di Alessandro Scarlatti mi trovai a mettere in luce certe caratteristiche del personaggio che offuscano l'aureola del santone posto al vertice di quella galleria di miti che è la controversa Scuola Napoletana. È sempre rischioso nuotare controcorrente nei fiumi della tradizione: i pochi appunti mossi a quella mia fatica da recensori generosi e illustri riguardarono per lo più il suggerito ridimensionamento dell'immagine di un boss che evidentemente tutti avrebbero voluto continuare a figurarsi simile ad una sorta di barbutissimo Dio-padre, perennemente intento ad irradiare benefica influenza su famigliari e discepoli[...].»
Copertina flessibile, 604 pagine