D'ANNUNZIO / PUCCINI (SIMEONE CUR.) -  Il carteggio recuperato (1894-1922)

D'ANNUNZIO / PUCCINI (SIMEONE CUR.) - Il carteggio recuperato (1894-1922)

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D'ANNUNZIO / PUCCINI (SIMEONE CUR.) -  Il carteggio recuperato (1894-1922)

Questo non è soltanto ed esattamente il carteggio intercorso tra Gabriele d'Annunzio e Giacomo Puccini, ma piuttosto il "romanzo epistolare" della loro fallita e ostinata collaborazione. In quanto "romanzo", c'è anche un po' di finzione, o meglio: d'invenzione. Almeno, nel senso latino del termine: invenire, trovare. Il curatore ha ricomposto un carteggio mutilo e squilibrato colmando i vuoti con altre lettere, provenienti da carteggi di amici, editori, collaboratori dei due "protagonisti", che in qualche modo hanno avuto a che fare con i cinque progetti librettistici concepiti e abortiti nel corso di quasi vent'anni. Nuovi ritrovamenti, accurate trascrizioni e datazioni del materiale già edito ma confuso e difficilmente accessibile, completano il quadro, aggiungendo tasselli dissonanti in un mosaico che si credeva scontato sebbene incompleto. Ne derivano alcune sorprese, sconfessioni, domande, e - come è giusto - la ricerca non risolve i problemi, ma li arricchisce. Un accordo tra il Poeta e il Maestro era davvero impossibile? E, se è così, perché fu tentato per ben sei volte? Meri interessi economici, si è detto. Eppure, spulciando nei diari e nelle carte dell'Imaginifico, ci si imbatte nel prolungarsi degli interessi per Puccini, a sua volta incantato - in tempi non più o non ancora sospetti – dal sensibilissimo d'Annunzio "notturno", che contendeva al Vate e al Comandante la ribalta politico- artistica. E non è forse un caso che Ferruc- cio Busoni, anch'egli legato da controversa attrazione all'autore di Bobème, confessasse indignato alla moglie di scoperto in d'Annunzio uno «smisurato rispetto per Wagner e... persino per Puccini!», La musicologia, ancor più che la letteratura è terreno di scontro partitico, di militanza. Questo epistolario ha l'ambizione di riaprire i conflitti. Ma, oltre a ciò, è appunto un "romanzo", dal quale attingere, attraverso le lettere e le confidenze biografiche non destinate alla divulgazione, quell'umanità e quel vissuto che stanno all'origine e alla base di ogni autentica creazione artistica.

Copertina flessibile, 273 pagine